Sinossi
Da dove ripartire, se non dalla nostra memoria, per immaginare il futuro dopo questa emergenza globale?
Nel periodo di isolamento causato dal Covid-19, in cui tutti siamo stati testimoni di un tempo tanto duro quanto sospeso, sette autori provano a loro modo a interrogarsi lasciandosi ispirare da questo presente fragile, guardando al passato senza nostalgia per riflettere su quello che ci è stato negato e immaginare il mondo come sarà, ovvero Le storie che saremo. Con l’invito a non realizzare nuove immagini, intime e domestiche, ma a lavorare partendo da materiali già esistenti, messi a disposizione dagli archivi dei film di famiglia, questo breve film esplicita il potenziale del cinema documentario, vicino al mondo ma lontano dall’attualità.
mondo nuovo
Nei giorni di quarantena l'autrice avvia un dialogo immaginario tra lei e un inconscio collettivo: quando il mondo tornerà “oggetto” - e non solo di consumo - del nostro sguardo?
MA-MA
In un futuro imprecisato o in un futuribile passato, un'intelligenza artificiale scruta un territorio desolato alla ricerca di qualche presenza umana.
mi sono svegliato
Una voce macina parole, i suoi sguardi frullano ricordi di una infanzia balneare, passato e presente fusi in un inatteso anacronismo.
vite che non sono la mia
Un racconto personale su come il ricordo diventa sogno: perdersi in un passato, seppure originato da una proiezione, può permetterci di lasciar andare un pezzo di presente?
assembramento
Il racconto di un nonno raccoglie intorno a se nipoti e parenti. Immaginando il suono di quella voce ci si interroga sul senso della vicinanza e delle relazioni umane
perché scappi?
Suoni, immagini e parole si inseguono in un eterno ritorno, frammentando il tempo presente per collidere in una memoria che è già futuro.
Note di produzione
Da dove ripartire, se non dalla nostra memoria, per immaginare il futuro dopo questa emergenza globale? Il cinema e l’arte provano a loro modo a dare risposte, cercando di rendere visibile quello che visibile non è; e lo fanno, essendo visionari, lasciandosi ispirare da questo presente fragile, e dalle immagini degli archivi di famiglia, per immaginare il mondo come sarà, ovvero Le storie che saremo.
Nel periodo di isolamento causato dal Covid-19, in cui tutti siamo stati testimoni di un tempo tanto duro quanto sospeso, gli autori hanno accettato l’invito e la sfida a non realizzare nuove immagini, domestiche e intime, ma a rielaborare materiali già esistenti messi a disposizione dagli archivi per dargli una nuova vita. Una selezione di film in pellicola 8mm, super8, 16mm e su nastro magnetico in formato VHS e video8, girati per immortalare scene intime familiari come battesimi, matrimoni, feste di compleanno, ma anche viaggi o eventi pubblici, città e paesaggi, che oggi offrono testimonianze inedite della nostra società dagli Trenta per arrivare fino agli anni Ottanta.
L'idea è stata quella di reinterpretare ciò che eravamo per dare una prospettiva di quello che vivremo, attraverso un’opera a episodi. Con uno sguardo critico che metta in comunicazione il presente col passato e col futuro. I registi, provenienti da esperienze che spaziano dal cinema di finzione al documentario e all'arte visuale contemporanea, hanno indagato questo patrimonio lavorando in forma personale e interpretativa. Il film parla di ricordo e di comunità, di distanze fisiche e affettive, di viaggi ma anche del rito del cinema e di come siamo portati a vedere le immagini, e ancora il valore dell'ascolto, del dialogo fino a un futuro fantascientifico.
«In un tempo in cui assistiamo a una sovraesposizione di immagini prodotte nel presente perché non provare a raccontare il lockdown a partire dalla memoria? Le storie che saremo capovolge l’assioma e chiede di dare un nuovo messaggio artistico a partire da materiali amatoriali esistenti, per ritrovare nei riti comunitari una memoria collettiva - afferma il curatore del progetto Marco Zuin - il ricordo è una delle poche cose che non ci possono essere precluse, dobbiamo partire da qui per scrivere una nuova storia».
«Questo momento storico epocale ci obbliga a riflettere sulla memoria - dichiarano gli archivi di film di famiglia coinvolti - crediamo che i materiali che per anni abbiamo prima salvato e poi conservato e catalogato, diventeranno, nel futuro post Covid19, ancora più importanti, a partire dal fatto che sono film di e con persone, non liste di numeri. I film di famiglia sono l’emblema di tutto ciò che oggi è assente, ma sono anche il simbolo e la speranza di quello che abbiamo il dovere di ricostruire. Per questo è importante questo progetto. Non alla memoria, ma per la memoria. La nostra».
«Il percorso di lavoro nasce a marzo, in piena quarantena, in poche settimane siamo riusciti a coinvolgere gli autori e gli archivi e siamo orgogliosi che questo progetto sia stato accolto con entusiasmo da tutti dimostrando la necessità di creare qualcosa di collettivo in un momento come questo che porta all’isolamento - dichiara la produttrice Chiara Andrich - ogni autore sta realizzando un corto, ognuno con la propria poetica, che poi confluirà in un’opera corale formata da 6 episodi, a costituire una pluralità di sguardi, memorie e speranze».
Un film di Daniele Atzeni, Marco Bertozzi, Claudio Casazza, Giulia Cosentino, Irene Dionisio, Martina Melilli, Matteo Zadra
Ideato e curato da Marco Zuin Prodotto da Chiara Andrich
Produzione Ginko Film
In produzione associata con 8mmezzo, Cinescatti Lab80, Home Movies - Archivio nazionale del film di famiglia, Paesaggi di famiglia, RI-PRESE, Superottimisti e con Daniele Atzeni, Marco Bertozzi, Claudio Casazza, Giulia Cosentino, Irene Dionisio, Martina Melilli.