Un viaggio attraverso il Grande Fiume compiuto da Paolo Rumiz, insieme all’esploratrice Valentina Scaglia da Milano, e in compagnia di canoisti, barcaioli, scrittori, pescatori. Un viaggio fatto di incontri, cibo, avventure, ma che rappresenta anche la riscoperta di un corso d’acqua selvaggio, un racconto dal punto di vista della corrente che porta verso il delta e i suoi magnifici rami.
Oltre le sponde ci sono quattro regioni tra le più popolose d’Italia. Dentro il Po invece, tra i suoi grandi argini, si apre uno spazio meraviglioso, segreto, incontaminato, che sprigiona bellezza nonostante i disastri ambientali causati dall’uomo.
Note di regia
Ogni film in realtà è un viaggio, una scoperta. Ancora di più quando il film racconta il viaggio stesso, dove nulla è pianificato, dove c’è soltanto un fiume, un punto di inizio e un punto di arrivo. Inoltre essere al fianco di Paolo Rumiz, autore e scrittore che come nessun altro è capace di trasfigurare e interpretare il reale da un’angolazione inedita, ha aggiunto un fascino ulteriore a questo scoprire il mondo attraverso un obiettivo.
Un’attrezzatura leggera e al contempo professionale mi ha consentito di raccogliere il più possibile la spontaneità del reale senza che la mia presenza contaminasse la scena. Mi sono fatto al tempo stesso osservatore filmico e parte integrante del mondo che ritraevo. Ho presto compreso che, viaggiando sul Po, il fiume stesso diventava protagonista della storia, cancellando di colpo gli echi dei tanti racconti che sono stati fatti su di esso. Mi sono quindi rivolto all’interno del fiume e dei suoi argini, e nello stesso tempo ho raccolto le parole e i dialoghi dei miei compagni di viaggio, che dimenticando di essere ripresi interpretavano magistralmente il ruolo di se stessi.