Sinossi
Un repertorio video e fotografico raccolto in vent'anni di attività è la base da cui partire per raccontare la storia dei Dago Red, band composta interamente da artisti abruzzesi con radici musicali che affondano in un genere lontano: il folk'n blues. Una sorta di emigrazione musicale, come amano considerarla, che supera i confini della tradizione italiana per toccare sonorità distanti e farle convivere, in armonico equilibrio, con le storie e i personaggi più vicini, con l'amore dichiarato alla propria terra. Nel legame ideale con John Fante e la sua raccolta di racconti, Dago Red appunto, la narrazione del documentario si srotola come un viaggio, fatto di esperienze e contaminazioni, cultura e folclore, per ritrovarsi di ritorno a casa.
Storia della band
Hanno iniziato come trio busker nel 1998 quando Nicola Palanza, Marco Pellegrini e Giuseppe Mascitelli si sono incontrati con i loro strumenti, le loro voci e il desiderio di suonare i blues. Da quel giorno sono passati 20 anni, 4 pubblicazioni, brani scelti e inclusi in numerose compilation e documentari video, decine e decine le canzoni originali e centinaia i concerti.
Nel 2014 si sono guadagnati il riconoscimento di miglior gruppo blues in Italia vincendo l'Italian blues Challenge e a seguito di questo traguardo, l'anno successivo, hanno rappresentato il loro Paese allo European Blues Challenge a Berlino.
Altra tappa importante è la menzione speciale ottenuta all' “International Songwriting Competition”, due dei membri della giuria erano Tom Waits e Robert Smith.
Note di regia
Ognuno è giusto che abbia la possibilità di tentare la fortuna altrove, lontano o vicino dalla propria casa. Ed è proprio durante il tragitto, mentre ci si allontana dalle proprie radici, che scopriamo realmente chi siamo e per qualche ragione è come se rinascessimo.
Con questa idea ci siamo approcciati a Headin’ Home per raccontare la storia di una band interamente composta da artisti abruzzesi che però fonda le proprie radici musicali in un genere che viene da lontano: il blues.
Per questo credo che il documentario racconti in qualche modo una storia di emigrazione musicale: artisti abruzzesi che si esprimono attraverso sonorità lontane dalla tradizione italiana pur raccontando, nei loro testi, storie di personaggi di provincia. E anche in questo la connessione con John Fante e la sua raccolta (Dago Red appunto) ha rafforzato la volontà di procedere nella narrazione come stessimo viaggiando, ma per tornare verso casa.
E in questo viaggio conosciamo l’evoluzione musicale della band attraverso un repertorio video e fotografico raccolto in vent’anni di attività, festeggiati proprio nel 2019. Concerti, tour europei e filmati delle registrazioni in studio aiutano a far comprendere quanta cura e ricerca ci sia dietro la musica della band, oltre a sottolineare quanto il tempo sia in grado di mutare la realtà e di contaminare l’espressione artistica. E questa contaminazione aiuta a riflettere su noi stessi, a mettere in dubbio chi siamo e chi vogliamo essere. Questa riflessione genera una vera e propria rinascita che nel film è contraddistinta dalla pubblicazione di “Cicada”, ultimo immenso lavoro discografico dei Dago realizzato in 4 anni.
Note di produzione
La produzione è partita nel febbraio 2019 e si è conclusa a dicembre 2020. La lavorazione ha risentito delle problematiche legate al Covid-19 e alle limitazioni di spostamento rispetto alle normative emanate. Nonostante questo dal primo momento l’idea è sempre stata quella di realizzare un documentario musicale che però potesse avere anche un chiaro riferimento alla vita umana. Aspetti sociali e culturali sono infatti presenti nel film che più che raccontare semplicemente la storia di una band, cerca di tracciare una metafora di vita, con il cammino esistenziale di ogni uomo e di ogni donna.
Al centro un territorio, l’Abruzzo, proposto partendo dagli stereotipi del blues ma trasportati nei paesaggi della Regione dove vivono tutti i componenti dei Dago Red. A questi si aggiunge il tema del viaggio, della partenza, del ritorno, della morte e rinascita che pervade da sempre l’animo umano.
Con questa premessa abbiamo prodotto un documentario che potesse dare merito al lavoro di una band blues tra le migliori in Europa e ancora troppo poco conosciuta nel panorama italiana.
Cast
Nel documentario compaiono attraverso interviste e immagini d'archivio tutti coloro che hanno fatto parte della band durante i 20 anni di attività. La formazione dei Dago Red è infatti cambiata nel corso della propria storia e questa evoluzione viene raccontata nel dettaglio attraverso testimonianze e musica.
Oltre alle interviste di musicisti nel documentario prendono parola critici musicali, road manager e figure che hanno avuto a che fare con i Dago Red nel corso degli anni, ognuna dando il proprio contributo e fornendo un punto di vista personale sulla storia della band.
Nel documentario è presente anche l'intervista allo scrittore abruzzese Remo Rapino (Premio Campiello) con un'analisi dei testi dei Dago Red e le influenze letterarie che si possono rintracciare all'interno della loro poetica musicale.
Musica, cultura, letteratura e anche pittura sono presenti nel film. Infatti tra le testimonianze troviamo quella di disegnatori, illustratori e fumettisti che hanno lavorato a stretto contatto con i Dago Red. Tra questi Francesco Colafella e Carmine Di Giandomenico, entrambi abruzzesi.
Location
Le location principali del documentario riguardano tutto il territorio abruzzese. In particolare le riprese sono state realizzate nel: Comune di Torricella Peligna, Comune di Taranta Peligna, Comune di San Vito, Comune di Ortona, Comune di Bomba, Comune di Palena, Comune di Archi, Comune di Lanciano, Comune di Casalbordino, Comune di Casalanguida, Comune di Tagliacozzo, Comune di Campo Felice, Comune di Atessa e Comune di Vasto.
Emigrazione musicale
Uno dei temi principali del lungometraggio è quello del concetto di emigrazione, allargato anche rispetto al fenomeno di "emigrazione musicale" che spesso accomuna molte band. Il fatto di dover suonare all'estero per affermare il proprio valore poi in Italia è stato un percorso necessario anche per i Dago Red. Nel film, con chiari riferimenti a Jhon Fante e alla graphic novel "Leone" (76^ Mostra del Cinema di Venezia) si affronta anche il concetto di emigrazione da un punto di vista storico e culturale, con gli effetti che questo ha prodotto nel territorio e sulla società.
Regia
Il documentario è stato scritto e diretto da Silvio Laccetti, anche lui abruzzese. Tra i suoi film precedenti come regista citiamo Generazione Diabolika uscito nelle sale italiane il 10 giugno 2019, in streaming su Amazon Prime Video e in versione Dvd su laFeltrinelli, Mondadori store e Ibs. Come sceneggiatore ha lavorato al film Storia di Ray o l'asino che vola (Giuseppe Di Renzo, 2020), Urbano (Giuseppe Di Renzo, 2018) e Asgard (Simone D'Angelo, 2016).
Fotografia
La fotografia del documentario è stata curata dal filmmaker e colorist romano Gianmarco Capri, che insieme a Silvio Laccetti ha anche prodotto Generazione Diabolika (2019) oltre a Headin'Home.
La produzione è stata curata dalla Montalo Production srls con sede a Vasto (Ch) attiva dal 2020.